poi una si ritrova col sedere sul
pavimento freddo e le gambe spalancate, a costruire sogni col lego.
Prendi il rosso e poi il blu e il giallo ed è armonia. Sono i
giochi dei bambini che ci insegnano a vivere. Non ci rendono più
saggi, dato che sto perdendo la sensibilità a furia di stare in
questa posizione, ma meglio insensibili a questo che ai propri
desideri.
Allora mi volto che una voce chiama,
pare mio nonno, quello che veniva dalla guerra. Ma non può essere
lui, che non l'ho mai conosciuto. E piango. Piango anche quando non
ci penso e vedo altri anziani camminare. Sto col cane e loro stanno
tra loro. Appoggiati ad un bastone ideale, aggrappati agli ultimi
anni da vivere. Con le facce stropicciate e gli occhi velati
dall'età, dalle vite vissute, da quelle che non vivranno mai. E
piango un po' anche lì, dietro di loro, a pochi passi, col cane che
fa i bisogni e io che li lascio andare, i miei nonni, svanire nella
nebbia.
E la nebbia è come il lego. Non
pensavo che potesse colorarsi. Rosso e blu e giallo. Deve essere
l'armonia di un'altra dimensione che irrompe nella mia.
Infatti non mi è dato di vedere, solo di scorgere. E mi stropiccio
gli occhi che nessuno mi asciugherebbe le lacrime. E quindi scorgo,
forse alberi, palazzi, strade, lampioni, campane disegnate sul
cemento. Campane che non suonano ma mi fanno sentire, che i ricordi
certe volte fanno un rumore che non si riesce più a capire dove ci
si trova. E non si capisce se oltre la nebbia c'è il passato, il
futuro. O il mondo dei tuoi sogni.
E mi fermo e la smetto. Smetto di
giocare, mollo lì i miei lego. Mi rimetto a camminare, senza il
cane.
Verso la nebbia che son vicina solo di
un passo.
-non andare-
ma io voglio sapere.
-lo sai già-
impossibile.
-li sai già i tuoi colori-
rosso, blu e giallo. Ma sono confusa.
-normale, fa parte della vita-
e se quella nebbia lì mi inghiotte? Se
avanza e io non ho costruito il castello? Come faccio?
-di cosa hai paura?-
di scomparire nella nebbia.
-non accadrà-
come lo sai?
-guarda bene a fianco a te. Cosa vedi
sulla strada-
piccoli passi, rossi blu e gialli.
-armonia. È
già tutto dentro di te. Solo che tendi a dubitare.-
cosa faccio ora? Fa freddo e non sento
le gambe.
-ci sono altri come te. Guarda quello
lì, che si pensa grigio e invece è blu brillante. Comincia da lì e
vedi dove riuscite ad arrivare.-
Va bene. Grazie. Nonno.
Dovresti fidarti del nonno e dei tuoi colori ;)
RispondiEliminaMolto dolce questo racconto :)