giovedì 5 settembre 2013

amore saresti dovuto tornare

E arrivano quei momenti inevitabili in cui stai sdraiato sul letto e niente ha più senso. Ore giorni mesi interi dedicati poi tutto crolla, sfarina, scompare. E tu non sei più sul letto a non osservare il soffitto, tu sei il letto, un mobilio della tua stanza. Tu sei la tua stanza.  E la gente non bussa, entra. Fa casino, si siede, ti calpesta, ti usa, ti lascia sul pavimento. Ma cosa importa?  Tu sei già il pavimento. Tu sei ogni mattonella, e la gente entra e ti scheggia,  ti sporca. Entrano nella stanza quando vogliono e senza salutare se ne vanno. Loro entrano, capisci? Mettono in disordine,  scelgono i tuoi libri, ti scelgono a seconda dell'umore. Di cosa hanno bisogno ora? Delle finestre aperte che fanno di te aria nuova nelle loro esistenze? Tranquillo non tarderanno ad aprirti, usare ogni maniglia, imprimere le loro impronte digitali sulla tua mente, sul tuo cuore. Perché?  Perché è così,  semplicemente. Perché la gente entra senza bussare, entra ed esce, non sbircia per vedere se ci sono fiori sul tavolo, se possono aiutarti a cambiare le lenzuola. No, la gente entra ed esce quando vuole e come vuole. E tu sei sempre lì,  un po' accogli, un po' li lasci passare come se fosse un loro diritto. Ecco non dimenticare mai che non lo è. Che se lasci la porta aperta è perché speri ancora che possa entrare qualcuno di buono che voglia anche restare.
Tu. Poi ci sei tu. Ci sei stato. Hai osservato libri foto quadri. Perfino la polvere sui mobili hai scrutato. Tu non mi hai portato fiori o gioielli, ma un po' di musica Sì.
Amore, saresti dovuto tornare per stare davanti alla porta, chiuderci dentro a fare l'amore, ridere e dormire. E lasciare tutto il resto fuori.

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