martedì 12 novembre 2013

una notte intera

E poi venire da te, venire con te, piangere e non pensare. Scaricare il dolore nelle tue ossa mentre si fa l'amore, già esausti a fine giornata. Sfondare le barriere, che la tua spinta è mia leva per uscire dalle pene, dalle delusioni, e poter accogliere di nuovo vuota, tutto l'amore che hai da dare. Per il solo piacere di ricevere,  prendere, mai consumare.  Mai solo consumarti, ma sfinirti Sì.  Finire tutto in un solo gesto liquido,  un'ultima intensa carezza, la tua. E spegnere tutto, piangere ancora, sfogare il dolore e l'amore. Chiudersi nel nostro abbraccio. Per una notte che suona come tutta la vita.

sabato 9 novembre 2013

innamorarsi

Chissà come fanno gli uomini,  chissà cosa fanno.  Chissà cosa sanno quando si innamorano. Le donne s' accorgono che un cuore si commuove, e si stringe per far pressione al sangue, concentrandolo in un unico punto, che poi esplode tutto intorno, pure fuori dal corpo. Si mostra in bella vista che gli altri pensano: quella sta vedendo una cosa bellissima e si voltano nella direzione dello sguardo ma non capiscono. La donna si tiene l'immagine dell'amore dentro.
Ma chissà l'uomo che si tiene dentro quando s' innamora. Forse tutto dentro un silenzio testardo e bastardo che a volte trema di paura e a volte di rabbia. Forse nel pugno d'impotenza che vorrebbe essere carezza ma proprio non riesce, per paura di fare male o farsi male toccando l'amore da così vicino.
Che stranezza, che dolcezza questa loro differenza: la donna che carezzerebbe di continuo, l'uomo che riceverebbe volentieri, ma non dice.
La donna che desidera quella carezza e per riceverla, la concede per prima. L'uomo che se la prende e non la restituisce, non allo stesso modo, a rischio che lei fraintenda un non amore.
Innamorandosi piano si fa la stessa confusione di un amore che scoppia all'improvviso. E quanto tenera è quella confusione, muoversi nella nebbia delle parole taciute e nei gesti trattenuti.
Quanto più bello però, è scoprire di amare al di là dell' Innamoramento, dove la nebbia alle volte è ancora più densa, ma non impedisce mai al cuore che ama, di vedersi ricambiato dal cuore dell'amato.

giovedì 7 novembre 2013

uscire ed entrare

Possiamo uscire, possiamo andare. Possiamo chiudere le pagine, avvicinarle pianissimo, perché non vogliamo angoli piegati, vogliamo vite stese come corpi sotto il sole. A bracciate in un mare d'inchiostro, ci muoviamo potenti, con i polmoni aperti e gli sguardi accesi. Chiudiamo le palpebre, la luce fuori è brillante. Mi tieni la porta e io faccio il primo passo e mi prende una paura folle che ti richiudi dentro. Ti sto di spalle, se è come temo, non voglio vedere. Sento solo il rumore, come il tonfo di un tomo che si chiude sul tavolo. Mantengo il respiro regolare, aspetto galleggiando. Poi la tua mano mi sfiora il palmo, e l'aria ricomincia il suo giro. La prossima bracciata è verso riva, amore, la tempesta è finita.